Non può che nascere da un atto viscerale di desiderio, di attenzione, di cura. Come un figlio, che viene al mondo dopo essere stato in potenza nel cuore di chi lo aspetta.
Roberto Notaro, che ci ha aperto le porte del suo laboratorio, mette le mani nella farina come se accarezzasse la donna della sua vita, prepara il fuoco come se accendesse le candele di una tavola pronta per una cena romantica, pesa con gli occhi ogni ingrediente e osserva ogni angolo di quella che è la sua casa anche diciotto ore al giorno come si guarda un bel tramonto o il mare. Pensando, immaginando. Amando ogni attimo del suo sacrificio quotidiano.
Così nasce il pane, così profumo e sapore danno vita a piccole opere d'arte che spesso si danno per scontate. Invece, anche nel silenzio della lievitazione, l'impasto parla ogni volta un linguaggio diverso che solo l'attenzione e la passione possono tradurre in fantasia e piacere. Le sensazioni che sorgono a ogni morso sono veri e propri viaggi che in valigia ti fanno mettere ricordi di nonne alle prese con i pranzi delle vigilie e tanta voglia di non perdere quelle tradizioni che sanno di famiglia e di festa.
Quando oggi riempirete le vostre pucce con tonno e alici, lasciate sciogliere in bocca tutto l'impegno che c'è dietro quella morbidezza e quella crosta cotta al punto giusto. Assorbite quei valori e non dimenticateli. Perché momenti come quelli che ci concediamo in giorni come l'Immacolata, al di là del contesto religioso in cui si celebrano, hanno al centro qualcosa che va oltre credenze o riti. La caparbietà di non mollare le cose più autentiche, quelle plasmiamo con l'anima, la responsabilità e l'ardore. E che ci legano alle persone del nostro cuore.