«Comprati a caro prezzo»

Giovanni Paolo II ci aiuta a visitare con più consapevolezza gli Altari della Reposizione ("sepolcri")

Un vento gelido da Nord fa rabbrividire i pellegrini che cominciano a riversarsi nelle strade del centro antico e in tutte le periferie di Galatina per la tradizionale visita ai così detti "sepolcri". In realtà sono "Altari della Reposizione", cioè luoghi unici e preziosi in cui Gesù Eucaristia si mostra fuori dal Tabernacolo ed accoglie chi entra in chiesa per adorarlo. 
"Nel mistero della Redenzione, cioè dell'opera salvifica operata da Gesù Cristo -scrive Giovanni Paolo II al punto 20 della sua prima enciclica, Redemptor hominis-  la Chiesa partecipa al Vangelo del suo Maestro non soltanto mediante la fedeltà alla Parola ed il servizio alla verità, ma parimenti mediante la sottomissione, piena di speranza e di amore, partecipa alla forza della sua azione redentrice, che Egli ha espresso e racchiuso in forma sacramentale, soprattutto nell'Eucaristia". "Questo è il centro e il vertice di tutta la vita sacramentale, per mezzo della quale ogni cristiano riceve la forza salvifica della Redenzione, iniziando dal mistero del Battesimo, in cui siamo immersi nella morte di Cristo, per diventare partecipi della sua Risurrezione, come insegna l'Apostolo.
Alla luce di questa dottrina, diventa ancor più chiara la ragione per cui tutta la vita sacramentale della Chiesa e di ciascun cristiano raggiunge il suo vertice e la sua pienezza proprio nell'Eucaristia. In questo Sacramento, infatti, si rinnova continuamente, per volere di Cristo, il mistero del sacrificio, che Egli fece di se stesso al Padre sull'altare della Croce: sacrificio che il Padre accettò, ricambiando questa totale donazione di suo Figlio, che si fece «obbediente fino alla morte», con la sua paterna donazione, cioè col dono della nuova vita immortale nella risurrezione, perché il Padre è la prima sorgente e il datore della vita fin dal principio. Quella vita nuova che implica la glorificazione corporale di Cristo crocifisso, è diventata segno efficace del nuovo dono elargito all'umanità, dono che è lo Spirito Santo, mediante il quale la vita divina, che il Padre ha in sé e che dà al suo Figlio, viene comunicata a tutti gli uomini che sono uniti con Cristo. L'Eucaristia è il Sacramento più perfetto di questa unione. Celebrando ed insieme partecipando all'Eucaristia, noi ci uniamo a Cristo terrestre e celeste, che intercede per noi presso il Padre; ma ci uniamo sempre mediante l'atto redentore del suo sacrificio, per mezzo del quale Egli ci ha redenti, così che siamo stati «comprati a caro prezzo».
Il «caro prezzo» della nostra redenzione comprova, parimenti, il valore che Dio stesso attribuisce all'uomo, comprova la nostra dignità in Cristo. Diventando infatti «figli di Dio», figli di adozione161, a sua somiglianza noi diventiamo al tempo stesso «regno di sacerdoti», otteniamo «il sacerdozio regale» cioè partecipiamo a quell'unica e irreversibile restituzione dell'uomo e del mondo al Padre, che Egli, Figlio eterno e insieme vero uomo, fece una volta per sempre.
L'Eucaristia è il Sacramento, in cui si esprime più compiutamente il nostro nuovo essere, in cui Cristo stesso, incessantemente e sempre in modo nuovo, «rende testimonianza» nello Spirito Santo al nostro spirito che ognuno di noi, come partecipe del mistero della Redenzione, ha accesso ai frutti della filiale riconciliazione con Dio, quale Egli stesso aveva attuato e sempre attua fra noi mediante il ministero della Chiesa. È verità essenziale, non soltanto dottrinale ma anche esistenziale, che l'Eucaristia costruisce la Chiesa, e la costruisce come autentica comunità del Popolo di Dio, come assemblea dei fedeli, contrassegnata dallo stesso carattere di unità, di cui furono partecipi gli Apostoli ed i primi discepoli del Signore. L'Eucaristia costruisce sempre nuovamente questa comunità e unità; sempre la costruisce e la rigenera sulla base del sacrificio di Cristo stesso, perché commemora la sua morte sulla Croce, a prezzo della quale siamo stati redenti da Lui. Perciò, nell'Eucaristia tocchiamo, si potrebbe dire, il mistero stesso del Corpo e del Sangue del Signore, come testimoniano le stesse parole al momento dell'istituzione, le quali, in virtù di essa, sono diventate le parole della perenne celebrazione dell'Eucaristia da parte dei chiamati a questo ministero nella Chiesa".
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