L'articolo apparso ieri sul Quotidiano di Lecce riguardante il giovane senegalese, reo di aver postato sui social una richiesta di lavoro sulla quale sarebbero arrivati insulti e offese razziste, è una fotografia lucidissima e amara dei tempi difficili e complessi che si stanno vivendo.
Le risposte politiche sul tema dell'immigrazione e della sicurezza devono e possono fare la differenza. Proposte necessarie per immaginare uno spazio comune attraversato da soggettività con aspirazioni e credi differenti ma che mirino tutte al rispetto della cultura ospitante, attraverso un’integrazione umanizzante, differente dall'odio e dalla paura vendute da una certa politica come soluzioni risolutrici e immediate. Politiche che devono mettere al centro la persona, per dirla alla Don tonino Bello, adottandola come misura di ogni impegno, come principio architettonico di ogni scelta. Persona che non può essere discriminata per il solo colore della pelle e per la sola provenienza.
Da qui il dovere di accogliere i rifugiati politici, coloro che fuggono dalla fame, dalla guerra, dalle persecuzioni e dalle povertà. Il collante di tutto va ricercato nella pace sociale tra le comunità. Lo sforzo deve essere congiunto tra tutti i componenti di una comunità che lavora, vive e socializza insieme. Questo dovere deve incrociarsi anche con una volontà europea che superi la logica del “fatti vostri” e che miri invece a quote da accettare in egual misura tra le nazioni, affinché l'immigrazione sia percepita come una risorsa e non come un pericolo. Risorsa che per essere fattibile ha bisogno di una riformulazione del concetto di Unione, che deve diventare prima di tutto Sociale, per promuovere inclusione, protezione e investimenti. Un processo per un' Europa più politica e meno finanziaria che seppur con mille difficoltà, ha l'aspirazione di dover crescere e migliorare per dare risposte concrete alle sfide che ci attendono nel Mediterraneo.
Perciò quando vi dicono che gli immigrati sono tutti feccia, che la politica è tutta uguale, che i partiti sono tutti uguali, che i leader sono tutti uguali, che le soluzioni sono quelle di una chiusura verso un mondo che cambia e che è in naturale mutazione, non cadete nella trappola.
Il coraggio e la gestione della complessità sono gli unici orizzonti praticabili. Le migrazioni degli uomini continueranno a tracciare il nostro futuro, soprattutto con la crisi di nascite che riformula le nostre società. E’ necessario attrezzarci per affrontarle con fiducia analizzando a fondo il problema e trasformarlo in opportunità anziché considerarlo troppo spesso solo una minaccia.
Le risposte politiche sul tema dell'immigrazione e della sicurezza devono e possono fare la differenza. Proposte necessarie per immaginare uno spazio comune attraversato da soggettività con aspirazioni e credi differenti ma che mirino tutte al rispetto della cultura ospitante, attraverso un’integrazione umanizzante, differente dall'odio e dalla paura vendute da una certa politica come soluzioni risolutrici e immediate. Politiche che devono mettere al centro la persona, per dirla alla Don tonino Bello, adottandola come misura di ogni impegno, come principio architettonico di ogni scelta. Persona che non può essere discriminata per il solo colore della pelle e per la sola provenienza.
Da qui il dovere di accogliere i rifugiati politici, coloro che fuggono dalla fame, dalla guerra, dalle persecuzioni e dalle povertà. Il collante di tutto va ricercato nella pace sociale tra le comunità. Lo sforzo deve essere congiunto tra tutti i componenti di una comunità che lavora, vive e socializza insieme. Questo dovere deve incrociarsi anche con una volontà europea che superi la logica del “fatti vostri” e che miri invece a quote da accettare in egual misura tra le nazioni, affinché l'immigrazione sia percepita come una risorsa e non come un pericolo. Risorsa che per essere fattibile ha bisogno di una riformulazione del concetto di Unione, che deve diventare prima di tutto Sociale, per promuovere inclusione, protezione e investimenti. Un processo per un' Europa più politica e meno finanziaria che seppur con mille difficoltà, ha l'aspirazione di dover crescere e migliorare per dare risposte concrete alle sfide che ci attendono nel Mediterraneo.
Perciò quando vi dicono che gli immigrati sono tutti feccia, che la politica è tutta uguale, che i partiti sono tutti uguali, che i leader sono tutti uguali, che le soluzioni sono quelle di una chiusura verso un mondo che cambia e che è in naturale mutazione, non cadete nella trappola.
Il coraggio e la gestione della complessità sono gli unici orizzonti praticabili. Le migrazioni degli uomini continueranno a tracciare il nostro futuro, soprattutto con la crisi di nascite che riformula le nostre società. E’ necessario attrezzarci per affrontarle con fiducia analizzando a fondo il problema e trasformarlo in opportunità anziché considerarlo troppo spesso solo una minaccia.
Andrea Coccioli – Segretario del Partito Democratico Galatina
Paola Volante – Membro di Segreteria del Partito Democratico Galatina