Ciao Lino. Ciao cugino. Eh sì, perché ci è sempre piaciuto riconoscerci come cugini. Ed un giorno, in particolare, da piccoli, ci faceva sentire ancora "più cugini". Condividevamo una zia dal nome verde, "green" diremmo oggi; la zia Flora, che, ogni anno, il giorno della festa della Madonna della Luce, invitava a pranzo, nella sua casa di via XI febbraio, Te, me e mia sorella Cristina e sulla tavola imbandita faceva trovare ai nostri posti una campanella ed un fischietto di terracotta.
Poi tra gli anni 60 e 70 sei diventato per me il "cugino della musica" , del R&B, del Soul, Rock and roll,del Jazz. E grazie alla tua sterminata collezione di LP, che ascoltavamo ad alto volume in quella camera di via Soleto, spaventando spesso la tua fedele scimmietta, ho potuto scoprire i miti americani da Louis Armstrong, ad Etta James, ad Aretha Franklin. Ed ancora, in terza liceo, sei diventato il "cugino compagno di classe".
Eri un enfant prodige. Ma ad un certo punto hai capito, sentito e deciso che quella scuola, stantìa com'era, non poteva interessarti più della musica ; la tua "musica dentro" , che ti pervadeva ed alla quale hai dedicato tutte le tue energie. E ci siamo diplomati insieme in quel luglio del 1970, in quel lontano Liceo Pietro Colonna. Ed oggi penso proprio che Aretha canterebbe così per te: "I say a litle prayer"