È sempre più diffusa la prassi di condividere e utilizzare foto o video prese dai social network senza il consenso dell’autore o dei soggetti ritratti. Ecco un mito da sfatare: visto che ho trovato una foto su Facebook, questa è di tutti e tutti la possono usare. Ovviamente è falso: anche sui social valgono le stesse regole del diritto d’autore (o copyright). Per evitare grane, bisogna informarsi. E l’associazione Aps Forever Young di Galatina vuole sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni proprio su questo tema, per mettere in guardia tutti i ragazzi sui rischi e le conseguenze di questo tipo di azioni sul web. Prendere “in prestito” immagini trovate su internet, magari utilizzando la ricerca per immagini di Google, può non solo causare problemi sul piano penale, ma anche avere ripercussioni sulle “vittime” di questa prassi, ossia i soggetti che inconsapevolmente si ritrovano nelle foto o nei video condivisi senza alcun consenso. Il più delle volte, chi commette l’errore di salvare una foto o un video per poi riproporla sui propri portali o utilizzarla per promuovere i propri servizi, è in buona fede e non conosce le norme sul diritto di immagine. Ma ignorantia legis non excusat. La convinzione che tutto quello che si trova tramite una ricerca su Google possa essere utilizzato è una falsa credenza, anzi è una violazione giuridica. E questo vale anche nel caso in cui si è proprietari di una foto o di un video. Non tutte le immagini di nostra proprietà, cioè scattate o filmate direttamente da noi, possono essere utilizzate liberamente. Se, infatti, abbiamo scattato una foto ad una persona, occorre comunque avere un’autorizzazione scritta da parte sua per poterla utilizzare. L’ideale sarebbe ottenere un documento da far sottoscrivere al soggetto in questione indicando tutte le modalità di utilizzo delle immagini e dove queste verranno utilizzate: manifesti, brochure aziendali, campagna pubblicitaria, social network o altro. Se la persona ritratta è un minore, occorre fare ancora più attenzione, perché è necessario il consenso scritto di entrambi i genitori o di chi esercita la potestà genitoriale. Sia chiaro, anche chi pubblica sul proprio (o sull’altrui) profilo Facebook la foto di un soggetto senza aver prima ottenuto da questi l’autorizzazione commette un reato. Il danno che si arreca alla “vittima”, infatti, è il medesimo, e il penale scatta anche se non vi è un danno di natura patrimoniale. I social network sono purtroppo terreno assai fertile per questo tipo di reati e l’unico modo per evitarli è essere informati e consapevoli delle conseguenze quando si condivide un contenuto sulla rete. Questo perché un’azione di questo tipo potrebbe causare, nella vittima ritratta nella foto o ripresa nel video senza consenso, un grave stato d’ansia e una incontrollabile paura che la costringe a modificare le proprie abitudini e, nei casi peggiori, a rivolgersi a uno psicologo. Ultima – ma non meno importante – cosa da ricordare è che chi ha prestato il consenso alla pubblicazione di una foto su Facebook, Instagram o altri social, può sempre revocarlo in qualsiasi momento. E in questi casi, chi ha pubblicato l’immagine è tenuto – obbligato – a cancellarla. Si tratta di poche, ma fondamentali regole da conoscere per evitare di incorrere nei reati sul web e di ledere la sensibilità e il diritto alla riservatezza di chi frequenta i social network e la rete più in generale. Per queste ragioni, l’associazione Forever Young continuerà a sensibilizzare i giovani su queste tematiche realizzando iniziative che abbiano come obiettivo quello di rendere tutti più consapevoli e informati. Infine, qualora si sia incorsi in uno dei comportamenti sopra citati, è opportuno, immediatamente, rimuovere il materiale utilizzato senza autorizzazione e porgere le dovute scuse a chi, giustamente ha subito la “lesione” della propria immagine e riservatezza.