La "Cassetta rossa" della discordia

Guerra di comunicati fra le Commissioni per le pari opportunità galatinese e provinciale. Interviene anche l'Associazione "Un cuore aperto" di Noha

"La "Cassetta Rossa" è un progetto ideato e promosso dall'Associazione "Un Cuore Protetto" – OdV con sede a Noha. L'iniziativa ha come obiettivo principale il contrasto a ogni forma di violenza, tra cui bullismo, cyberbullismo e violenza di genere. Consiste nell'installazione di una speciale cassetta postale di colore rosso in luoghi pubblici dei Comuni aderenti al progetto. La cassetta, riconoscibile dal logo dell'associazione, funge da canale sicuro e anonimo per richieste di aiuto e segnalazioni. Vittime di violenza o testimoni possono inserire al suo interno messaggi indirizzati all'équipe psicologica dell'associazione. L'obiettivo è abbattere il muro del silenzio e della paura che spesso impedisce alle vittime di rivolgersi ai canali ufficiali. Se i mittenti lo desiderano, possono lasciare un recapito per essere ricontattati e supportati. L'associazione garantisce un servizio di consulenza psicologica e legale gratuita, lavorando in rete con i Servizi pubblici. Il progetto gode del patrocinio e del sostegno di istituzioni come la Provincia di Lecce e la Commissione Pari Opportunità provinciale. La "Cassetta Rossa" è un simbolo concreto che mira a diffondere una cultura del rispetto e dell'ascolto sul territorio salentino."
La Commissione alle pari opportunità del Comune di Galatina, presieduta da Elvira Licchetta, in un comunicato congiunto con Annamaria Congedo, assessore galatinese alle pari opportunità, "ha deciso di non aderire al progetto “Cassetta Rossa”, promosso dall’associazione “Un cuore protetto – Odv” e sostenuto dalla Provincia di Lecce e dalla Commissione Provinciale per le Pari Opportunità. La decisione, formalizzata in una nota ufficiale a firma della Presidente Elvira Licchetta e dall’Assessora Anna Maria Congedo, è stata presa “dopo un’attenta valutazione interna”, che ha portato il gruppo a esprimere “profonde e sostanziali riserve” sulla metodologia proposta.
 L’iniziativa prevedeva l’installazione di cassette fisiche nei luoghi pubblici, dove lasciare messaggi o richieste di aiuto. Un’idea che, secondo la C.P.O. galatinese, “non garantisce l’anonimato né la riservatezza necessaria”, rischiando di mettere in pericolo le donne stesse o chi le aiuta. «Si tratta di uno strumento obsoleto e non professionale – si legge nel documento – che può risultare potenzialmente lesivo della sicurezza delle vittime, oltre a ostacolare l’accesso ai servizi specializzati». La Commissione sottolinea come la lotta alla violenza di genere debba avvenire all’interno di una rete strutturata e competente, conforme alle normative nazionali e internazionali, a partire dalla Convenzione di Istanbul e dai rapporti del GREVIO, che richiedono un approccio integrato e multidimensionale, fondato su riservatezza e professionalità. In Puglia, la materia è regolata dal Regolamento Regionale n. 4/2007 e dalla Legge Regionale n. 29/2014, che prevedono il riconoscimento e il sostegno dei Centri Antiviolenza (CAV) e degli sportelli di ascolto accreditati come unici canali ufficiali di aiuto.Nella Provincia di Lecce operano dieci CAV autorizzati e 34 sportelli specializzati, ai quali le donne possono rivolgersi in totale sicurezza, o contattare il numero nazionale 1522, gratuito e attivo 24 ore su 24.
Di recente introduzione l’App YouPol,  un'applicazione della Polizia di Stato che permette di segnalare in modo rapido e anonimo episodi di bullismo, spaccio di stupefacenti, violenza domestica e altri reati. La particolarità che l’app consente di inviare segnalazioni complete di testo, foto e video direttamente alle centrali operative della Polizia, costituendo importanti elementi di prova per la repressione di tali reati ed inoltre la funzionalità della chat con la polizia in caso di necessità e la possibilità di trovare l'ufficio di polizia più vicino.
 A Galatina è attivo dal 2014 il Centro Antiviolenza “Malala Yousafzai”, autorizzato al funzionamento dal 2011 e unico CAV pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia. Il centro, gestito da personale qualificato, rappresenta un modello di riferimento per la presa in carico delle vittime, grazie a protocolli operativi condivisi con servizi sociali, forze dell’ordine, scuole e strutture sanitarie.
 Nel corso degli anni il CAV, con il coordinamento della Dott.ssa Paola Gabrieli, fino a tutto il 2024,  ha contribuito alla definizione di due importanti strumenti: il “Percorso per le donne che subiscono violenza” e il protocollo “Procedure integrate per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e i minori”, recepiti dal Coordinamento istituzionale dell’Ats Galatina. Inoltre, il sistema di presa in carico prevede percorsi di supporto psicologico, consulenza legale e reinserimento sociale e lavorativo, quest’ultimo anche attraverso il servizio S.P.I.O.L. (Servizio di Informazione, Orientamento e Accompagnamento al Lavoro), già buona prassi della Regione Puglia, che lavora con la rete dei servizi per il lavoro del territorio grazie a protocolli consolidati nel tempo. Tale sistema di presa in carico integrata rappresenta un esempio perfetto del ciclo di welfare rigenerativo.
Puntualizza la Commissione: “Veicolare ogni messaggio diverso rispetto ai risultati raggiunti dal Centro Antiviolenza dell’Ambito di Galatina, una struttura qualificata e con consolidata esperienza, nel sistema integrato dei servizi, rischia di essere non solo fuorviante ma può costituire un serio pericolo per le potenziali vittime “vulnerabili” che potrebbero non trovare tempestivo intervento e sicurezza ed una presa in carico in assoluto anonimato”.
«Il progetto “Cassetta Rossa” – afferma la Commissione – si pone in controtendenza rispetto ai livelli professionali raggiunti e alle migliori prassi consolidate negli ultimi vent’anni. Rischia di diventare un deterrente per chi ha bisogno di un aiuto specializzato, immediato e confidenziale».
 Da qui l’appello alla Presidente della Commissione Provinciale per le Pari Opportunità, Anna Toma e alla Consigliera provinciale Loredana Tundo, affinché “si voglia riconsiderare l’approccio metodologico” in favore di strumenti più moderni, efficaci e conformi alle direttive vigenti. «Restiamo disponibili – concludono l’Assessore Congedo e la Presidente Licchetta – con spirito costruttivo a collaborare su iniziative che promuovano il rispetto e l’uguaglianza, utilizzando canali di aiuto professionali, sicuri e riconosciuti dalla legge. Solo così si può davvero proteggere la libertà e la dignità delle donne, attraverso adeguata informazione, sensibilizzazione e continua formazione degli operatori professionali coinvolti nella gestione dei casi di violenza di genere»."
Le repliche di Anna Toma e Michele Scalese non si sono fatte attendere.
"Gentilissime, in riscontro alla Vostra di cui in oggetto si precisa quanto segue. Nel novembre 2024 -scrive la presidente  della Commissione provinciale- la sottoscritta, unitamente ad altri rappresentanti istituzionali, civili e religiosi, fra cui il Sindaco di Galatina dott. Fabio Vergine, e Forze dell’Ordine ha partecipato alla inaugurazione della sede dell’Ass.ne “Un cuore Protetto - OdV” in Noha. All’epoca ho ritenuto di prendere parte alla cerimonia inaugurale, non solo per cortesia istituzionale ad un invito ricevuto, ma anche perché dopo essermi informata sulle finalità della predetta associazione ho ritenuto opportuno e necessario testimoniare il supporto ad un ente del terzo settore la cui mission è quella di offrire ascolto a chiunque sia vittima di violenza in tutte le sue declinazioni (nei confronti delle donne, nei confronti di persone LGBTQI+, nei confronti degli anziani, bullismo e cyberbullismo, ecc.). L’Associazione in parola, infatti, è formata da persone che ho avuto il piacere di incontrare in quell’occasione, con competenze variegate che da tempo si interrogavano su cosa ognuno di loro potesse fare nel proprio territorio per arginare e contrastare i fenomeni di violenza e discriminazione. Un luogo, quello associativo, che diventa punto di incontro per quanti vogliono informarsi ma anche luogo di sensibilizzazione. Ogni giorno, le cronache sono piene di episodi di violenza domestica, di fenomeni di bullismo e violenza, compiuti non solo su donne ma su chiunque venga percepito come diverso, indipendentemente dall’età, dal genere e dalla provenienza. Donne e uomini, bambini e adulti che, spesso, per vergogna e/o convenzioni sociali non chiedono aiuto o che non ritengono la loro situazione talmente grave da essere segnalata ai soggetti istituzionali preposti (Forze dell’Ordine, Servizi Sociali, CAV, Dirigente scolastico ecc. ecc.). Successivamente, l’Ass.ne “Un Cuore protetto ODV” ha richiesto alla CPO Provinciale ed alla Provincia di Lecce di sostenere il progetto “Cassetta Rossa” che avrebbe visto quale soggetto capofila il Comune di Gallipoli. 
Un progetto quello della “Cassetta Rossa” già utilizzato e presente in tanti Comuni italiani ad opera di vari soggetti (sia pubblici che privati) caratterizzato di volta in volta da diverse finalità a seconda dell’obiettivo che l’Ente intende perseguire; tra i tanti, a titolo esemplificativo e non esaustivo, ricordo: Cassetta Rossa - Bene Comune a Roma; Cassetta Rossa a Salerno; Cassetta Rossa a Loano; Cassetta Rossa HELP Ass.ne Fermiconlemani a Bari. Dopo aver interloquito con i referenti dell’Ass.ne “Un Cuore Protetto - OdV”, con la Consigliera Provinciale Loredana Tundo ed aver valutato tutti gli aspetti connessi, abbiamo ritenuto meritevole di sostegno il progetto e deciso di concedere il patrocinio; vi è stata, altresì, un interlocuzione con la CPO del Comune di Gallipoli in persona della sua Presidente, Avv. Stefania D’Amato. Tengo, inoltre, a precisare e ribadire ancora una volta come - in tutte le dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa; - negli interventi rilasciati, anche dalla sottoscritta, in sede di Conferenza Stampa svoltasi presso la Provincia; - durante la cerimonia di installazione della Cassetta Rossa svoltasi in Gallipoli (alla presenza del Sindaco nonché Presidente della Provincia di Lecce, della Consigliera Provinciale, delle Forze dell’Ordine, della referente del CAV d’ambito e della Comunità) - nella lettera inviata dalla CPO Provinciale ai Comuni ed alle CPO Comunali si sia sempre ribadito e precisato che: a) la cassetta è uno strumento per raccogliere le richieste di aiuto da parte delle vittime; uno strumento sicuro e anonimo, uno strumento che può facilitare i percorsi di accesso e accoglienza, di cura e presa in carico delle persone vittime di violenza, da parte di tutti gli attori istituzionali preposti (Forze dell’Ordine, Distretti socio sanitari, CAV, Ambiti Sociali, Procure, ecc. ecc.), per rafforzare le azioni di prevenzione in tutti i contesti di vita e per tutte le fasce di età. b) l’obiettivo è quello di dare voce a chi subisce o assiste ad episodi di violenza, permettendo tramite un messaggio lasciato nella cassetta, una comunicazione sicura e un intervento rapido. c) l'associazione “Un Cuore Protetto - OdV”, si occuperà, di concerto con le amministrazioni locali e/o con le locali commissioni pari opportunità, di raccogliere i messaggi e di contattare le persone che hanno lasciato un recapito, attivando la rete di supporto. d) la cassetta può anche essere uno strumento educativo e di partecipazione attraverso il quale tutti i cittadini e le cittadine possono offrire spunti ed idee per mettere in campo attività mirate sul proprio territorio comunale tenendo conto delle specifiche esigenze. e) lo scopo è, altresì, quello di sensibilizzare la comunità, promuovendo la riflessione e la partecipazione collettiva contro la violenza.
Tutto ciò a dimostrazione del fatto che l’Ass.ne “Un Cuore Protetto - OdV, la Provincia di Lecce, la CPO della Provincia e le Amministrazioni che vorranno aderire (Comuni e/o CPO comunali) con tale azione concreta intendono solo contribuire a contrastare il fenomeno della violenza in ogni sua declinazione; un’azione sinergica per fare rete e per contribuire a quel cambiamento culturale cui siamo tutti chiamati a farci parte attiva. Pertanto, così come accaduto nel caso specifico del Comune di Gallipoli, la Cassetta per essere installata e gestita nel modo più appropriato con le finalità perseguite ha visto un confronto ed una concertazione tra Associazione “Un Cuore Protetto - OdV” e Assessorato ai Servizi Sociali e Pari Opportunità, Ufficio Affari Generali, Ufficio Tecnico, proprio per: - garantire privacy e sicurezza a chiunque dovesse farne ricorso; - attivare nei tempi e modi previsti il tipo di intervento necessario a seconda del tipo di violenza denunciato; - raccogliere le istanze ed i suggerimenti lasciate dai singoli cittadini e cittadine.
Alla luce di quanto sopra e dal tenore della Vostra comunicazione ritengo siano state completamente travisate le finalità e le modalità di operatività del progetto. Del pari ritengo sia stato sminuito l'impegno sociale cui tutti e tutte siamo chiamati per contrastare la violenza che si manifesta attraverso azioni di prevenzione e sensibilizzazione della comunità, campagne informative e interventi nelle scuole, supporto alle vittime con servizi di ascolto e assistenza. Per attuare e garantire tutto ciò è fondamentale unire le forze tra istituzioni, associazioni e cittadini per creare un tessuto sociale più inclusivo e sicuro. Per dirimere ogni Vostro dubbio o perplessità, sarebbe stato sufficiente richiedere dei chiarimenti alla stessa Associazione “Un Cuore Protetto - OdV”, così come indicato nella lettera a mia firma; oppure, convocare un incontro presso il Vostro comune, così come già accaduto in passato allorquando sono stata da Voi invitata per avere un confronto e suggerimenti in merito agli ambiti di operatività delle CPO Comunali. 
Infine, appare alquanto singolare che: - la Vostra Nota non sia stata indirizzata all’ideatrice del progetto, Ass.ne “Un Cuore Protetto - Odv”; - la Vostra Nota sia stata indirizzata ad altre CPO Comunali il cui criterio di individuazione non è dato comprendere. Ad ogni buon conto, ritengo doveroso e necessario indirizzare questa mia all’Ass.ne “Un Cuore Protetto - OdV” unitamente alla Vostra Nota. Cordiali saluti."
"L’Associazione “Un Cuore Protetto – ODV” -scrive il suo consiglio direttivo presieduto da Michele Scalese- esprime sconcerto e profonda amarezza per quanto apparso negli ultimi giorni su alcune testate  in merito al progetto “Cassetta Rossa”, un’iniziativa che nasce con finalità di solidarietà sociale e che, invece, viene oggi strumentalmente travisata, piegata a logiche politiche e comunicative che nulla hanno a che vedere con la verità e con la tutela delle vittime di violenza.
Le affermazioni diffuse in questi giorni rappresentano un grave attacco non solo all’associazione, ma alla rete di enti pubblici, istituzioni e associazioni che hanno condiviso e patrocinato il progetto, riconoscendone il valore umano, psicologico e preventivo.
È doveroso ribadire con fermezza che la Cassetta Rossa, come chiaramente espresso nel documento ufficiale sottoscritto dalla Commissione Provinciale Pari Opportunità e dalla Provincia di Lecce, “è uno strumento simbolico e concreto di ascolto e prevenzione, volto a facilitare l’emersione delle situazioni di violenza, discriminazione o fragilità, attraverso il raccordo operativo con i Servizi Sociali, i Centri Antiviolenza, le Forze dell’Ordine e le altre strutture istituzionali del territorio”.
"La Cassetta Rossa non sostituisce i Centri Antiviolenza, né si propone come struttura alternativa. Essa è, invece, un canale di segnalazione e di ascolto utile a raggiungere chi non riesce a chiedere aiuto nei canali tradizionali: vittime di bullismo, anziani maltrattati, uomini o donne in situazioni di violenza domestica, persone discriminate per orientamento sessuale o identità di genere.
È una mano tesa nel silenzio, non un simbolo di contrapposizione.
Sorprende e addolora constatare che, mentre decine di Comuni della Provincia di Lecce hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa riconoscendone la portata sociale e umana, proprio il Comune in cui l’associazione è nata scelga di ostacolare il progetto, ricorrendo a una narrazione tendenziosa e distorta, che tenta di minare la credibilità di chi, con sacrificio e dedizione, opera quotidianamente contro la violenza. 
Dispiace, soprattutto, che ciò avvenga attraverso la strumentalizzazione di un tema così delicato, in un territorio che ha visto, negli ultimi tempi, tragici episodi di violenza e bullismo divenuti casi nazionali.
Noi crediamo che la risposta alla violenza non possa essere la chiusura o la paura di condividere strumenti nuovi, ma il dialogo, la collaborazione, la rete.
Un Cuore Protetto” non è un centro antiviolenza, né vuole esserlo. È una associazione laica di volontariato composta da psicologi, avvocati, operatori sociali e cittadini comuni che hanno deciso di mettersi al servizio della comunità per costruire un modello culturale nuovo, basato sull’ascolto, la solidarietà e la prevenzione.
Operiamo in piena sinergia con le istituzioni e i servizi pubblici, e il nostro front office ha già raccolto, in un solo anno di vita, diverse segnalazioni di persone vittime di violenza (non solo di genere!) o discriminazione che hanno trovato, nel nostro supporto, il coraggio di denunciare e rinascere.
Ma la parte più dolorosa e al tempo stesso più nobile di questa vicenda riguarda la persona che ha fondato l’associazione: un giovane psicologo di 31 anni, nato e cresciuto a Noha, che con determinazione e spirito di servizio ha dato vita assieme ad un nutrito gruppo di persone nell’ottobre 2024, a “Un Cuore Protetto”. 
Lo ha fatto spinto dal desiderio di restituire al territorio ciò che il territorio gli ha dato e di creare un luogo libero da pregiudizi, dove chiunque potesse sentirsi accolto e mai giudicato.
Oggi il presidente vive sotto protezione e vigilanza a causa delle minacce e delle intimidazioni ricevute per il suo impegno civile e per aver difeso, con coraggio, la causa delle vittime. Nonostante tutto, non ha mai smesso di credere nel bene e nella possibilità del cambiamento.
Nel corso dell’anno, l’associazione ha ricevuto l’attenzione e l’incoraggiamento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha voluto personalmente esprimere al Presidente dell’associazione apprezzamento e incoraggiarlo a proseguire, e successivamente una lettera della Segreteria di Stato Vaticana a nome di Papa Leone XIV, con un invito all’Udienza Giubilare come segno di riconoscenza per il lavoro svolto.
Questi riconoscimenti, insieme alla solidarietà di tanti cittadini e delle istituzioni provinciali, ci confermano che la strada intrapresa è quella giusta, anche se difficile.
Perché chi lavora per il bene non dovrebbe mai essere ostacolato o isolato, ma sostenuto.
Noi non arretreremo di un solo passo.
Continueremo a tendere la mano a chi soffre in silenzio, a chi non trova il coraggio di parlare, a chi crede di non avere più voce.
Perché il nostro unico scopo è ridare voce alla speranza, anche quando sembra perduta."