“Se la salvaguardia dell’Ospedale di Galatina è affidata a questi politici, c’è poco da stare allegri”. L’operatore sanitario se ne esce borbottando dal Teatro Tartaro dove il PD, in una calda domenica di gennaio, ha convocato tutto lo stato maggiore nazionale, regionale e provinciale, sindaci del circondario compresi, al grido di “si valuti asetticamente il ruolo dell’Ospedale di Galatina nel piano di riordino della rete ospedaliera in Puglia”.
Cosimo Montagna, con l’aiuto di documentate diapositive, dimostra, in maniera incontestabile, che il nosocomio galatinese è quello che, dopo il ‘Fazzi’, ha tutte le carte in regola per essere classificato di primo livello. I sindacalisti, i sanitari, i vecchi comunisti che si alternano sul palco non fanno che confermare quanto sostenuto dal Sindaco di Galatina.
La bomba scoppia quando Ernesto Abaterusso, consigliere regionale, dice di non avere mai visto il fantomatico piano di riordino e afferma di essersi recato con Sandra Antonica dal direttore generale della Asl apprendendo che a disposizione dell’Ospedale ci sono, dal 2008, nove milioni di euro mai spesi.
“Sono 14 i milioni disponibili –rilancia Sergio Blasi- io sono andato da Gorgoni con il sindaco Montagna e a noi è stato detto che i provvedimenti per far partire gli appalti erano pronti per la firma. Comunque, neanche io ho mai visto ufficialmente il piano. In un incontro informale fra i consiglieri di maggioranza e Michele Emiliano ho però detto che l’ospedale di Galatina non si tocca e bisogna partire dai numeri (420 posti letto, certificati da Giuseppe De Maria, quando ne basterebbero 350)”.
“Quel piano io l’ho visto e qui ho preso degli appunti”. Sandra Antonica interviene da vicesegretario regionale del PD e, come al solito, non le manda a dire. “Bisogna essere realisti, il riordino si farà –aggiunge l’ex-Sindaco di Galatina- dobbiamo essere noi sul territorio a scegliere in che direzione vogliamo far andare il ‘Santa Caterina Novella’. Secondo me la sua tradizione e la sua storia spingerebbero verso la chirurgia”.
L’aria si fa tesa anche perché dalla platea qualche addetto ai lavori chiede di sapere perché i denari stanziati non sono stati ancora investiti. “Erano previsti quattro posti di rianimazione –ribadisce Sandra Antonica- io non c’ero quando qualcuno ha deciso di non spendere quei soldi”.
Salvatore Capone, da deputato componente della Commissione Sanità, tenta di buttare acqua sul fuoco semplicemente assicurando che vigilerà affinché la legge 70 e il relativo regolamento (“anche se non mi piace troppo”) vengano applicati.
Gli smonta il teorema il suo collega Federico Frizzi Massa: “Sappiamo tutti che la legge per i nemici si applica e per gli amici si interpreta”.
È ora di pranzo. Il conduttore richiama all’ordine. Antonio De Matteis, segretario cittadino del PD, si agita sulla poltrona. Andrea Coccioli, aveva chiesto una “mobilitazione” unitaria. L’aria che si è respirata durante tutta la riunione è sembrata quella viziata dalle solite fazioni.
“Quando arriva il momento di restare uniti i galatinesi si dividono ed è per questo che perdono sempre”. Sprofondato nella sua poltrona, in fondo alla sala, un vecchio militante fa la sintesi di una assemblea che in molti sembrano ritenere “inutile”.