"Moro si faceva la doccia anche quattro volte al giorno"

"Moro si faceva la doccia anche quattro volte al giorno"

A questo punto , prima di procedere nell’ analisi di alcuni dei singoli punti, voglio premettere che non ho certo la pretesa di fornire un punto di vista originale . Quello che segue è solo la mia personale sintesi di quanto ho letto negli anni sulle contraddizioni della verità ufficiale e sulle “premonizioni” e avvertimenti che vi furono; ed ha lo scopo di stimolare la curiosità (di chi avesse l’ avventura di leggermi) su un fatto che è stato un fondamentale e negativo punto di svolta del nostro Paese.
La pubblicistica in merito è enorme e mi limiterò a segnalare tutti i libri del Sen. Sergio Flamigni, quelli di Miguel Gotor e quello ,più recente, di Alessandro Forlani “La zona franca”.

2) Mentre il piccolo convoglio di due auto con a bordo Moro transitava per via Fani, intorno alle ore 9:00, scattò la micidiale imboscata (verranno trovati a terra 93 bossoli) da parte di un “commando” composto da non meno di undici persone. I cinque componenti la scorta furono tutti uccisi e Moro sequestrato.
La dinamica dell’ agguato ha da sempre creato a dir poco perplessità.
I bossoli ritrovati erano di un tipo particolare, protetti da una vernice  speciale, non convenzionali. La vernice aveva la funzione di preservarne l’ efficienza anche in caso di lunga conservazione. Insomma la stessa protezione rinvenuta sulle munizioni dei nascondigli di Gladio.
L’ attacco fu giudicato da tutti enormemente “professionale” ma l’ unico che aveva reale dimestichezza con le armi era Morucci che peraltro dichiarò che la sua arma si inceppò quasi subito. Furono sparati un minimo di 93 colpi di cui 49 da una sola arma e 22 da un’altra. 
Quindi la quasi totalità del “lavoro” la fecero solo due persone. Visto che sempre Morucci dice che non avevano possibilità di esercitarsi si è legittimamente pensato che vi fossero anche dei killer professionisti.
Di certo c’era qualcuno che non aveva apparente motivo di starci. Parlo del colonnello di Gladio-Staybehind Guglielmi (alle dirette dipendenze del Gen. Musumeci, iscritto ala loggia P2 e poi nominato membro del comitato di crisi di Cossiga) che era a quell’ora in vicinanza dell’ incrocio tra via Fani e via Stresa. A far che? Andava a pranzo da un amico lì vicino !!! (alle nove del mattino?) come ebbe a dichiarare quando la sua presenza spuntò fuori a distanza di dodici anni. Questa giustificazione è stata comunque evidentemente ritenuta attendibile.
Una persona , che si trovava nelle vicinanze della sparatoria, testimoniò di essere stata fatta oggetto di colpi di pistola da due tizi su una moto per indurla a rimanere a distanza. Ma i brigatisti negano che vi fossero due di loro in moto. Non si è mai saputo chi fossero costoro. Sul numero di partecipanti i dissociati dichiararono inizialmente che erano in tutto nove, poi dieci e oggi siamo arrivati a undici. (Per il sequestro Sossi, un’ operazione assai più semplice, trattandosi di un uomo solo che tornava a piedi erano in dodici!)
Un abitante della zona  dalla finestra di casa fotografò la scena nell’immediato e consegnò il rullino al Sostituto Infelisi. Questo rullino sparì.
Ma, almeno, non sparì l’intercettazione dell’on. Benito Cazora che aveva preso contatti con esponenti della ndrangheta al fine di avere notizie su Moro .In questa intercettazione si sente l’ on. D.C. chiedere a Freato (collaboratore di Moro) di poter recuperare quel rullino in quanto “quelli là” temevano vi fosse ritratto un loro uomo sulla scena del delitto.
Non si contano poi le intercettazioni e i verbali spariti nel corso di quei 55 giorni.

3) Alle 10:08 le Bierre rivendicano con una telefonata all’ANSA l’azione terroristica appena compiutasi. Nel frattempo Moro sarebbe stato trasportato , dopo un trasbordo su un furgone, nell’ appartamento di via Montalcini, alla Magliana, dove sarebbe rimasto per tutti i 55 giorni in un cubicolo (provvisto di aeratore) di un metro per tre con a disposizione solo una branda e un wc chimico. 

A proposito di telefonate, per un paio d’ore la zona intorno a via Fani ebbe le linee bloccate. La SIP attribuì ciò ad un sovraccarico ma più di un investigatore ebbe a lamentare scarsa collaborazione della SIP durante i 55 giorni (spesso cadde la linea durante le intercettazioni). E’ accertato che nella SIP , anche a livelli non minori vi fossero fiancheggiatori delle B.R. e aderenti alla P2. A tal proposito rinvio all’ episodio riferito nell’aneddoto personale relativo all’ operaio della SIP.
Le due auto utilizzate per la fuga furono ritrovate nei giorni successivi al 16 marzo nelle adiacenze di via Fani. La stranezza è che la zona fu battuta da subito al tappeto senza risultati immediati. Si è sempre parlato di un garage (ne accennò anche Pecorelli)  nella disponibilità dello IOR (avete presente  Marcinkus, Calvi, Sindona?) sito alla Balduina nei pressi di via Fani.
L’ appartamento di via Montalcini (presunta prigione di Moro per tutti i 55 giorni) si trovava alla Magliana dove appunto la banda della Magliana (con provate connessioni con i Servizi) aveva all’ epoca un controllo del territorio notevole. Della banda faceva parte Toni Chichiarelli , colui che fu l’ estensore del finto comunicato n. 7 e il cui borsello  “dimenticato” su un taxi conteneva, fra l’altro, delle polaroid  “inedite” di Moro nella “prigione del popolo”.
L’ autopsia sul corpo di Moro accertò che : la muscolatura non era atrofizzata, l’igiene personale era buona, e che il viso e le mani erano abbronzate; inoltre vi era sabbia nei calzini e nei risvolti dei pantaloni e nei calzini. Direi il tutto alquanto incompatibile con la versione di lui costretto in quel cubicolo di un metro per tre per 55 giorni con areazione artificiale e senza luce diretta.
Una intercettazione ambientale nel carcere di Cuneo – in anni successivi - captò una conversazione di brigatisti che dicevano che era stato ” trattato come un signore, faceva la doccia anche quattro volte al giorno, aveva avuto ogni cosa che aveva richiesto e… scriveva, scriveva, scriveva”. Anche questo è evidentemente incompatibile con la continua permanenza  per tutto il tempo in quell’ angusta prigione così come dichiarato nei vari processi.


(fine parte terza-continua)

Sul rapimento e l'uccisione di Aldo Moro è tutto noto? (1)

Uccisione di Aldo Moro, i fatti (2)