E' quasi l'una e sto uscendo; alle due del pomeriggio ho un appuntamento. A via Montalcini 8 con l'avvocata (è oggi politically correct dire così) Benedetta Piola Caselli . Non la conosco di persona, ci siamo sentiti solo via Facebook e condividiamo l'interesse per i misteri, grandi o piccoli, giustificabili o meno, che ruotano attorno al caso Moro.
A via Montalcini 8 interno 1 fu rinchiuso Moro per 55 giorni e poi portato alle ore 6:30 del mattino del 9 maggio 1978 nel box di pertinenza in una cassa o cesta di adeguate dimensioni; qui fu fatto accovacciare nel portabagagli della famosa R4 rossa (parcheggiata a marcia indietro) e lì dentro ucciso con 11 - ma forse 12 sembra oggi - colpi di mitraglietta Skorpion e pistola Walther PPK.
Almeno questa è la versione ufficiale.
La commissione parlamentare di inchiesta - fortemente voluta dall' On. Gero Grassi di Terlizzi e della quale è membro tra i più attivi - ha messo in dubbio diversi elementi della versione ufficiale, tra gli altri recentemente proprio quelli relativi alle modalità della esecuzione dell' On. Moro.
Dovrei esserci abituato, non è la prima volta, ma, forse perché non sono un nativo digitale, ancora quando vado ad incontrare qualcuno con cui ho già dei rapporti virtuali non riesco a sfuggire ad una strana sensazione di irrealtà.
Che poi svanisce subito; così come è scomparsa ancor più velocemente, questa volta, grazie alla travolgente simpatia di Benedetta e degli altri che l'accompagnavano.
Insomma, dopo qualche chiacchiera ci siamo interrogati sul da farsi perché limitarsi a guardare la palazzina da fuori non ci bastava. In breve riusciamo ad entrare nel più classico dei modi, al seguito di un fattorino che doveva fare una consegna, e individuiamo l'accesso al garage. Entriamo con un misto di diverse sensazioni (rispetto innanzitutto per un luogo che avrebbe visto il martirio - come disse Pasolini - del meno implicato di tutti i politici, timore per un'azione pure innocente ma ai limiti della legalità, curiosità di capire in prima persona, senza mediazioni).
Mentre eravamo lì dentro alla luce dell'illuminazione artificiale un po' fioca e ci interrogavamo su quale dei dieci fosse il box che ci interessava, inizia ad aprirsi la bascula di accesso dalla strada al garage, illuminando con un fiotto di luce naturale il locale; nel mentre si faceva sentire il rumore del motore di un'auto in attesa di entrare (vedi foto ndr).
Il pensiero (non solo mio credo) è stato : "adesso ci cacciano a pedate" e invece....due sorprese.
Prima sorpresa: i due nell'auto - marito e moglie - appena un po' perplessi per la presenza di questo gruppo di sconosciuti, si mostravano estremamente cortesi e disponibili, una volta spiegato il motivo della nostra presenza.
Seconda sorpresa: i due erano proprio i proprietari dell'interno 1 e stavano per parcheggiare la loro auto in "quel" box!
Come detto sono stati cortesissimi e ci hanno fatto guardare, ispezionare, fotografare il box senza auto e con la loro auto dentro (una Clio).
Sensazioni? una volta di più la versione ufficiale suona come una moneta falsa! Il box è dotato di tre prese d'aria, una verso le corsie di manovra e accesso e due verso i box adiacenti. Non solo. Alle spalle della parete di fondo del box corre un'intercapedine praticabile a cui si accede dal box stesso attraverso un'ampia apertura, come la bocca di un grosso camino. (Tutti i box sono e sono stati sempre così a detta dei proprietari). Riesce davvero difficile credere che quindi si sia avuto l'ardire di esplodere lì dentro, in queste condizioni e nella quiete della mattina presto,11-12 colpi di armi sia pur silenziate (artigianalmente ).
Una volta parcheggiata l'auto ( ripeto una Clio, dunque leggermente più ingombrante di una R4 ma di dimensioni sicuramente confrontabili) dentro ci si rigirava a fatica. Figuriamoci due persone che devono trasportare, dall'ingresso del box fino alla parete di fondo, una cassa che contiene un uomo di quasi un metro e ottanta e poi, una volta dietro, farlo salire e ranicchiare nel portabagagli e... tutto il resto.
Comunque, in attesa di una simulazione che la Commissione Moro 2 intende effettuare, anche per rilevare con apposite apparecchiature audiometriche fino a che distanza, all'interno della palazzina, potessero essere uditi gli echi degli spari, ecco a voi le foto che danno conto di quanto raccontato (seguono le altre foto ndr).
Me ne torno, dopo ore di discorsi confronti e riflessioni con gli amici appena conosciuti, pensando a come sintetizzare al meglio la giornata agli altri amici (anch'essi virtuali) del gruppo "sedicIDImarzo" con cui abbiamo creato questo sodalizio di ricerca che va proficuamente avanti, su questi temi, da più di due anni, nonostante le difficoltà dettate dalla distanza e, in un caso, anche dalla differenza di fuso orario.